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I SANTI DELLA NOSTRA VALLE - SANT'EUTIZIO (fine sec. V)

I SANTI DELLA NOSTRA VALLE - SANT'EUTIZIO (fine sec. V) - VALLE FRAZIONE DI PRECI

Tra i seguaci di Spes ci furono due compagni che vissero nella seconda metà del sec. V nella solitudine della spelonca della Valle della Guaita: Eutizio e Fiorenzo. Eutizio a differenza di Fiorenzo, preferiva dedicarsi a vita attiva, all'apostolato, all'evangelizzazione dei servi della gleba, dei coloni della valle. Alla morte di Spes, i confratelli lo elessero Padre "Abbate", perciò abbandonando l'eremo di Fiorenzo scese nelle grotte presso l'Oratorio della Beata Vergine Maria (ora Abbazia). Alla sua morte, i discepoli lo seppellirono nell'Oratorio, sotto l'Altare Maggiore, e presero a venerarlo per i molti miracoli che operava il suo cilizio, tanto che l'Oratorio si denominò "Cappella di S. Eutizio". Accanto era anche il sepolcro di Spes (ora sotto la scalinata) ed i fedeli per secoli usavano camminare in ginocchio (strisciando a piedi nudi) lungo le loro tombe per implorare grazie.

Anche Eutizio era nativo di Norcia, secondo la tradizione antichissima e come Spes aveva abbandonata una vita doviziosa e mondana.

S. Gregorio M. (Dialoghi, lib. III, cap. 15) li dice vissuti all'inizio del dominio dei Goti. Teodorico divenne Re d'Italia nel 493.

"Nei primi anni del dominio dei Goti, nella regione della Provincia di Norcia, vivevano in santa conversazione due santi eremiti che sichiamavano uno Eutizio e l'altro Fiorenzo. Ma mentre Eutizio si dedicava allo zelo spirituale e al fervore della virtù e si affaticava a condurre a Dio molte anime attraverso la predicazione, Fiorenzo conduceva una vita tutta dedita alla semplicità e all'orazione. Non lungi era un Monastero privo del superiore a causa della morte; da esso vennero i monaci a supplicarlo di accettare di divenire il Superiore. Eutizio, acconsentendo alle loro istanze, diresse per molti anni il Monastero, esercitando le anime dei discepoli nello studio sacro; ma affinchè l'oratorio in cui era vissuto, non rimanesse abbandonato, vi lasciò il venerabile Fiorenzo.

Eutizio rifulse di miracoli dopo la morte. Gli abitanti della sua città ne narrano kolti, ma specialmente quello che anche a questo tempo del dominio Longobardo, Dio onnipotente si degna compiere per mezzo della sua veste. Infatti tutte le volte che manca la pioggia e la terra rimane arsa per lunga siccità, i suoi concittadini radunati usavano prendere la tunica e sollevarla ed offrirla al cospetto di Dio con suppliche.

Appena essi portano (processionalmente) per i campi la tunica, subito viene concessa la pioggia per refrigerare la terra.

Da questi fatti è manifesto quanto la sua anima sia ricca di virtù e di meriti se la sua veste appena esposta è capace di allontanare i divini cstighi".

Molte volte si verificò nei secoli il miracolo della pioggia.

Famoso fu quello avvenuto durante il governo dell'Abbate Antonio di Vanne da Norcia nel giugno 1385, da come raccontano le Riformanze del Comune di Norcia di quell'anno. I raccolti minacciavano di perdersi del tutto quando la cittadinanza pregò l'Abbate di esporre e portare in processione il sacro Cilizio. Appena questo giunse sul monte S. Liberto (sopra il Fiano) cominciò la ristoratrice pioggia. Ed il Comune "ne tanto beneficio dici possit ingratus" donò una ringhiera di ferro per la scalimata della Chiesa abbaziale.

Il cilizio, come ho detto innanzi, era conservato in un cofanetto d'avorio antichissimo deposto in una cassa di argento costruita nel 1450 ed abbellita con maestoso piede nel 1544 dall'Abbate Giovanni Mensurati di Preci. Il cilizio fu derubato nel 1883. Rimane il Reliquario nella Pinacoteca di Spoleto.

Per la esposizione il Comune incaricava i Massari di Campi, Preci e Todiano perchè si recassero all'Abbazia a chiedere il permesso all'Abbate. Portavano con sè grossi ceri da ardere alla finestra dove rimaneva esposto per tre giorni il reliquario. Perdurando ancora la siccità, si stabiliva il giorno della processione penitenziale, giorno che diventava festivo.

Una seconda volta il miracolo straordinario di pioggia viene ricordato da Jacobilli (agosto del 1613) presente il Card. Crescenzi. La esposizione fu richiesta all'Abbate Crescenzi dal poeta Giov. Battista Lalli inviato dal Comune. Non piovendo da tre mesi, la terra fu ristorata all'inizio del triduo, tanto che in S. Benedetto fu fatta funzione di solenne ringraziamento. (Arch. Cass. F. n. 1 cfr. P. Pirri: l'Abbazia di S. Eutizio - 45 studia Anselmiana - Roma, 1960, pg. 310).

Tratto dal Documentario Storico-Artistico della Diocesi di Norcia: "Preci e la Valle Castoriana" - Umbria Ignorata.

Autore: Sacerdote Ansano Fabbi, Parroco di Abeto, Todiano e Montebufo.


Preghiera a S. Eutizio Abate

Preghiera a S. Eutizio Abate - VALLE FRAZIONE DI PRECI

O Sant'Eutizio, servo fedele del Signore, seguendo la voce dello Spirito hai abbandonato tutto e sei giunto nella solitudine della Valle Castoriana per cercare dentro di te Colui che solo non delude perchè è la Parola di Vita eterna.
Ti vediamo Padre e Maestro di quanti imitandoti hanno intrapreso, sotto la tua guida, la stessa vocazione di vita cristiana. Ti vediamo in cammino verso i fratelli tutto sollecito della loro salvezza. Strumento di Cristo Risorto annunci ai poveri la parola di Dio compiendo segni e prodigi nel suo nome.
Prendici per mano e guidaci nelle vie di Dio, intercedi per la salute del nostro corpo e del nostro spirito. Sostienici nella perseveranza dell'operare il bene, proteggici con la tua intercessione e confortaci con la tua benedizione.
Amen